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Don
Giovanni Maccani
Era
nato a Rasura il 25 gennaio 1912. Il padre Geremia, operaio -
contadino, morì nel 1936; la madre Caterina Lombella - che
segui don Giovanni per alcuni anni allorché fu a Sondrio -
morì nell'anno 1948.
Don Giovanni era il quinto di sei fratelli, in una famiglia di
modeste condizioni economiche. Dopo le scuole elementari, che
frequentò a Rasura, entrò nel Seminario diocesano di Corno,
dedicando le vacanze estive ad aiutare la famiglia nei duri
lavori di campagna.
Venne ordinato Sacerdote il 22 maggio 1937 dal Vescovo Mons.
Alessandro Macchi.
Nominato Parroco di Faedo, prese possesso di quella Parrocchia
nel luglio 1937, vivendo e partecipando le sofferenze ed i
lutti dei suoi parrocchiani negli anni difficili dei conflitto
mondiale.
Il 15 settembre 1946 veniva chiamato da Mons. Vescovo a
Sondrio, quale Canonico Coadiutore della Collegiata, accanto
all'Arciprete Mons. Tirinzoni.
Tra gli altri compiti, gli venne affidata la cura della
gioventù cattolica maschile, divenendo dapprima Assistente
dell'Associazione «Nicolò Rusca» e poi Assistente della Piaga
di Sondrio. Fu anche Cappellano delle Carceri e per questa sua
opera, venne insignito dapprima dell'onorificenza di Cavaliere
(il 2-6-1964) e poi di Cavaliere Ufficiale al merito della
Repubblica (il 2-6-1969) su proposta del Ministro di Grazia e
Giustizia.
Alla morte dell'Arciprete di Sondrio, Mons. Tirinzoni, venne
nominato Econorno Spirituale della Collegiata. Il 1° marzo
1966 prese possesso, quale primo Parroco, della nuova
Parrocchia della Beata Vergine del Rosario in Sondrio. Morì,
dopo una settimana di ricovero in ospedale, la sera del 28
febbraio 1971. |
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Solenni cerimonie per la «presa di possesso»
della nuova parrocchia di viale Milano
Caloroso tributo d’affetto
in onore di don Giovanni Maccani
La
popolazione del rione di viale Milano, autorità,
professionisti ed umile gente, hanno espresso «ufficialmente»
e solennemente a don Giovanni Maccani quei sentimenti di
filiale affetto che la popolazione sondriese nutre per lui da
quando lo conosce. La cerimonia di erezione a parrocchia della
chiesa della Madonna del Rosario e la immissione nel possesso
del parroco è stata infatti, prima che un rito ed una
cerimonia, una plebiscitaria manifestazione di affetto: alla
Sassella, all’ingresso in Sondrio, durante il corteo, nel
corso del rito e nell’accademia serale. Don Giovanni, oltre
che commosso, pareva disorientato di fronte a questo
atteggiamento della folla. Egli poteva bene attendersi una
calorosa espressione di simpatia ma questa è andata senz’altro
al di là di ogni aspettativa.
La prima parte della cerimonia ha avuto inizio al santuario
della Sassella ove don Giuliano Fanchi ha celebrato la S.
Messa assistito dall’arciprete Mons. Fogliani e da don
Giovanni che ha poi rivolto la parola ai suoi nuovi
parrocchiani (Sassella e Triasso fanno infatti parte della
nuova parrocchia). Gli ha brevemente risposto don Giuliano.
Quindi si è formato il corteo di vetture che si è arrestato
all’ingresso della città ove, all’incrocio fra viale Milano e
via Bernina, ha avuto luogo l’incontro ufficiale con le
autorità; erano presenti il prefetto dr. Ariano, gli onorevoli
Buzzetti e Racchetti, il presidente del tribunale dr. Monai,
il presidente dell’Amministrazione provinciale avv. Schena, il
sindaco avv. Venosta, il questore dr. Mascia, il provveditore
agli studi prof. Messina, altre autorità, rappresentanti di
associazioni religiose e laiche, esponenti politici.
Quindi si è formato il corteo che ha raggiunto la chiesa
innanzi alla quale è stato eseguito il «Benedictus» con
successivo bacio del Crocefisso. All’ingresso nel tempio la
corale degli studenti cappuccini ha eseguito «Tu es sacerdos»
e due bimbi hanno rivolto, in poesia, il saluto a don
Giovanni. Il benvenuto ufficiale, a nome della popolazione, è
stato espresso dal segretario del comitato organizzatore sig.
Mario Fattorini che, nell’esprimere la gioia, ha voluto
sottolineare le doti di don Giovanni e l’efficacia del suo
zelo sacerdotale.
Ha poi preso la parola Mons. Fogliani, il quale ha notato come
prima sua preoccupazione, giungendo a Sondrio, sia stata la
costituzione della parrocchia di viale Milano che ha definito
come una figlia affettuosa che, divenuta ormai indipendente,
ha diritto ad andare sposa. Ed ha presentato don Giovanni come
un parroco ideale definendo perciò il rito come uno «sponsale
fortunato». Ha invitato tutti a stare vicino a don Giovanni ed
ha espresso a lui e a tutti i suoi parrocchiani un caldo ed
affettuoso augurio.
Ha dato poi lettura del telegramma inviato dal S. Padre: «Al
canonico Giovanni Maccani neo parroco Santo Rosario Augusto
Pontefice di cuore invia auspicio larga effusione grazie lumi
celesti per fervido fecondo ministero implorata apostolica
benedizione estensibile collaboratori et fedeli – Cardinale
Cicognani»; e di quello di S. E. Mons. Vescovo.
Successivamente don Giana ha letto l’atto vescovile di
immissione nel possesso e l’arciprete dopo la lettura della
bolla di nomina del nuovo parroco ha consegnato le chiavi
della chiesa dopodiché don Giovanni impartiva per la prima
volta la benedizione ai suoi parrocchiani.
È seguita la S. Messa solenne celebrata dal parroco assistito
da don Pella e P. Annoni; fungevano da padrini i signori
Frugoli e Vigo.
Il rito è stato accompagnato dalla corale sondriese diretta da
don Marcianò che ha eseguito la sua messa in italiano. Al
Vangelo don Maccani rivolgeva la sua parola ai presenti.
Rilevato come l’ingresso avvenisse in un clima di gaudio
pasquale egli ha invitato il suo «popolo eletto» a stargli
sempre vicino poiché, per una seconda missione, è necessario,
oltre all’aiuto di Dio, la collaborazione dei fedeli ed ha
chiesto pertanto il sostegno della loro preghiera. Ha quindi
ringraziato tutti fedeli, autorità, clero, i suoi familiari e
i membri del comitato. All’offertorio gli sono stati porti,
dai seminaristi, le ampolline e il ciborio quali più
significativi doni della popolazione, tra cui figurano la Via
Crucis e il fonte battesimale. Al termine della Messa un gran
numero di fedeli si è accostato alla S. Comunione.
Dopo il rito è stato offerto un rinfresco alle autorità e, a
sera, nel salone dell’oratorio, ha avuto luogo una accademia
in suo onore.
Tratto da:
"L'Ordine" - Quotidiano della Diocesi di Como
del 19/04/1966 |
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La scomparsa di don
Giovanni Maccani |
Don Giovanni
Maccani, parroco della Beata Vergine del Rosario di Sondrio, è
spirato domenica pomeriggio verso le 18 all’ospedale civile.
Il clero valtellinese perde una delle sue più nobili figure,
la comunità parrocchiale di viale Milano un pastore esemplare,
la gioventù sondriese un paterno educatore.
La cittadinanza ha accolto con costernazione la notizia,
diffusasi nella serata di domenica, pur non inattesa
considerata la gravità del male da cui il sacerdote era stato
colpito, una settimana prima; poiché i sentimenti con cui
erano legati a lui, non soltanto i parrocchiani ma ben più
larga parte della comunità sondriese, erano quelli che si
possono nutrire verso un padre affettuoso, verso il migliore
amico. Essi hanno trovato la loro origine in un cuore
generoso, in un carattere paterno, nella sua umiltà, in un
animo caritatevole nel senso più pienamente evangelico.
Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e di stargli vicino per
tanto tempo – come chi scrive – ha potuto averlo accanto nei
momenti di letizia (nella sede dell’Azione Cattolica, nelle
gite in montagna, nei campeggi estivi, come in quelli tristi),
chi in un modo o nell’altro, |
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ha avuto bisogno di lui
comprende che ciò non rientra nella retorica ma è espressione
sincera, spontanea, naturale.
Una dimostrazione: nella Chiesa del Rosario molti fedeli sono
rimasti costantemente a pregare il Signore, nel corso della
settimana, perché si compiacesse di lasciare ancora tra noi
don Giovanni; Egli lo ha invece voluto con Sé; e mentre si
inchinano dinanzi alla Sua volontà non possono nascondere ora
il proprio dolore.
Don Giovanni Maccani era nato a Rasura nel 1912 a modesta
famiglia. Compiuti gli studi superiori in seminario, era stato
ordinato sacerdote nel 1937 e gli venne affidata la parrocchia
di Faedo, dove svolse la sua missione sino al 1946 allorché
venne assegnato alla parrocchia di Sondrio come canonico della
collegiata a fianco di Mons. Giovanni Tirinzoni. Subito egli
profuse le sue maggiori energie verso la formazione morale e
l’educazione della gioventù sondriese, nella sua qualità di
assistente dell’Azione Cattolica di Sondrio e poi di tutta la
plaga, come assistente anche dell’A.C. femminile; fu anche
assistente del CIF. Fra le sue molteplici iniziative figura la
istituzione del campo GREST (Gruppo Estivo) a S. Caterina
Valfurva che funzionò sino all’estate 1969.
Nel 1961, alla scomparsa di Mons. Tirinzoni, fu economo
spirituale della collegiata, sino all’arrivo di mons. Ambrogio
Fogliani (febbraio 1962).
Costruita la chiesa del S. Rosario fu cappellano del quartiere
di viale Milano poi, eretta a parrocchia, ne fu parroco, e
fece il suo ingresso il 17 aprile 1966. I frutti della sua
missione furono anche qui copiosi: creò fra l’altro l’Oratorio
profondendo anche cospicui mezzi personali.
Altra missione che gli venne affidata e svolse sempre con
grande senso di carità fu quello di cappellano delle carceri,
ruolo in cui spiccò ancor più evidente il senso dell’affetto e
della comprensione verso chi sbaglia. Grande cura dedicò alle
vocazioni sacerdotali e da lui spronati molti giovani
seguirono la via del sacerdozio.
Ora la cittadinanza gli sta testimoniando più che mai, la sua
devozione, dimostrata nel mesto pellegrinaggio alla camera
ardente, cominciato già nella serata di domenica.
I funerali si svolgeranno oggi pomeriggio alle ore 15; la
salma sarà tumulata nel camposanto cittadino.Tratto da:
"L'Ordine" - Quotidiano della Diocesi di Como
del 02/03/1971 |
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